Da quando ha avuto inizio l’emergenza coronavirus, sentiamo spesso parlare di DPCM, ma cos’ e’ per l’esattezza?
E’ un provvedimento del Governo che è sempre esistito ma che, in questo particolare momento, sta trovando grande utilizzo, in particolare è un atto amministrativo emanato da un ministro nell’esercizio della sua funzione e nell’ambito delle materie di competenza del suo dicastero. Quando questo tipo di atto è emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri prende la denominazione di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (d.P.C.m.)
Formalmente sono atti di secondo di grado, poiché nella gerarchia giuridico-istituzionale sono di rango inferiore rispetto alla legge; può coinvolgere uno o più Ministeri, e in quest’ultimo caso prende il nome di “decreto interministeriale”.
Attraverso la forma del decreto ministeriale possono essere poste tanto norme generali e astratte, quanto disposizioni particolari: nel primo caso un decreto ministeriale riveste natura di regolamento e costituisce quindi una fonte del diritto autonoma; nel secondo caso esso costituisce un mero atto amministrativo.
Il DPCM deve essere prescritto dalla legge, che ne determina i principi direttivi generali, e per la sua emanazione spesso vengono coinvolti esperti del settore, tecnici e studiosi della materia.
Ma che differenza c’ e’ tra DPCM e decreto legge ???
Le differenze tra il DPCM e il decreto legge sono molte, per quanto riguarda l’iter di formazione e discussione, le forze politiche coinvolte e l’efficacia.
I decreti ministeriali sono atti di contenuto particolare o astratto che, senza dubbio, hanno il merito di essere rapidi e quindi particolarmente adatti alle situazioni di emergenza, ma dall’altro lato non coinvolgono il Parlamento, e quindi sono espressione della volontà della sola maggioranza politica.
Invece il decreto legge assicura il dialogo e la collaborazione con l’opposizione, e, da questo punto di vista è più garantista rispetto ad un DPCM. Questo è il motivo per cui molte forze politiche si sono opposte all’utilizzo massivo dei decreti ministeriali con i quali il dialogo democratico è ridotto, se non azzerato all’opposto del decreto legge che invece, parte da un atto del Governo ma deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni, a pena di decadenza.Poiché presupposto del decreto legge, è una situazione estremamente urgente, come catastrofi naturali o epidemie, in questo momento storico sta rappresentando lo strumento più’ in voga per garantire tempestività ed efficacia.