Come faccio a tacermi dopo il recente caso di cronaca relativo al soffocamento del neonato all’ospedale di ROMA … parliamo di diritti e legalità
Come funziona il rooming in e perché non è obbligatorio
Subito dopo il parto, madre e figlio possono stare nella stessa stanza giorno e notte. È il modello noto per apportare numerosi benefici a entrambi, ma che richiede comunque il supporto del personale sanitario.
Già dai suoi primi istanti di vita, il neonato può stare a stretto contatto con la mamma. Il rooming in è definito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), come “la permanenza del neonato e della madre nella stessa stanza in un tempo più lungo possibile durante le 24 ore, salvo quello dedicato alle cure assistenziali”.
IL #rooming in è stato inserito, come riporta la dichiarazione congiunta Oms/Unicef, tra i dieci step fondamentali per il successo dell’allattamento. Ogni punto nascita e di assistenza al neonato dovrebbe, infatti, “praticare il rooming-in, permettere cioè alla madre e al bambino di restare insieme 24 ore su 24 durante la permanenza in ospedale”, si legge nel documento.
MAAAAAAAAAAAAA
Tuttavia, il rooming in deve essere inteso come un’opportunità e “non come una imposizione e deve essere proposto senza regole rigide, lasciando alla mamma la libertà di scegliere se e per quanto tempo adottarlo”
QUANDO LA CONDOTTA DEL PERSONALE SANITARIO DIVENTA PUNIBILE????
Quando abbia violato le linee guida !!!!
Il personale deve intervenire sui rischi… ahinoi linee guida chiare e univoche sul punto non ci sono ancora … e la drammaticità del caso ancora al vaglio delle istituzioni si spera sia da monito per un intervento legislativo efficace sul punto !!!